Prof. Gianfranco Bosio

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Gianfranco Bosio è nato a Venezia nel 1938.

Ha studiato a Milano dove abitualmente risiede. Conseguita la maturità dopo ottimi studi classici al Liceo-Ginnasio "A. Manzoni" di Milano si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Statale di Milano nel 1957. Conseguita con il massimo dei voti e la lode la laurea in Filosofia nel 1961 con una tesi di laurea sulla fondazione trascendentale della logica in Husserl, diventa assistente straordinario alla cattedra di Filosofia Teoretica, tenuta dal suo maestro Enzo Paci, tutor della sua tesi di laurea. Dopo la pubblicazione di alcuni saggi brevi di argomento fenomenologico sulla rivista aut-aut diretta da Enzo Paci appare nel 1966 il suo primo libro Fondazione della logica in Husserl (Lampugnani-Nigri ed., Milano 1966). Due anni prima era apparso un suo lungo saggio di 60 pagine su Il Pensiero, rivista diretta da Leo Lugarini, suo professore di Storia della Filosofia Antica prima, e poi di Filosofia della religione nella stessa Università, Le antinomie kantiane della totalità cosmologica e la loro critica in Hegel. I suoi interessi di studio centrati sulla fenomenologia di Husserl lo conducono ad una rilettura e ad un ripensamento dei testi e delle figure principali della storia del pensiero occidentale sulla scia dell'ispirazione fenomenologica.
Dal 1965 in poi insegna nelle scuole secondarie superiori e dal 1966 è docente di ruolo di Filosofia, Storia e Scienze Umane nei Licei e negli Istituti Magistrali. Consegue la libera docenza in Filosofia Teoretica nel 1969 e nel 1970 inizia il suo primo periodo di insegnamento universitario come incaricato di "Filosofia" presso la Facoltà di Magistero dell'Università di Parma, dove terrà l'insegnamento fino al 1976. Passerà successivamente all'insegnamento di "Filosofia" presso la Facoltà di Magistero dell'Università di Bari in quanto vincitore di concorso a cattedre universitarie. Sarà poi trasferito, a partire dall'anno accademico 1983/4 alla cattedra di Storia della Filosofia dell'Università di Perugia, dove resterà fino all'anno accademico 1989/90, per approdare infine all'Università di Verona, sua ultima sede, sempre sulla cattedra di Storia della Filosofia dell'allora Facoltà di Magistero, successivamente trasformata in Facoltà di Lettere e Filosofia. Oltre all'attività di insegnamento ha svolto anche attività di partecipazione ad organi di governo della Facoltà e dell'Ateneo (Commissione di Ateneo per l'Istituzione dei Dipartimenti dal 1990 al 1992, direzione dell'Istituto, poi Dipartimento di Filosofia fino al 1993, Presidenza del Consiglio di Corso di Laurea in Filosofia nel triennio successivo, membro del Senato Accademico Allargato negli stessi anni). E'stato componente di varie Commissioni di concorso per posti di professore ordinario ed associato oltreché di Commissioni di esame per il conseguimento del Dottorato di Ricerca in Filosofia. Sul piano strettamente scientifico è stato componente del Comitato di Redazione della rivista Il Pensiero alla quale ha collaborato con assiduità e continuità, insieme con l'allora Direttore della rivista, prof. Leo Lugarini, ordiuario di Filosofia presso la terza Università di Roma. Nel 2011 è stato nominato "Professore Emerito" dal Ministro dell' Istruzione e della Ricerca.

Per quanto riguarda la produzione scientifica Bosio ha esordito con il già ricordato La fondazione della logica in Husserl del 1966. Lo studio della fenomenologia husserliana lascerà su di lui un'impronta indelebile, e lo solleciterà a rendere sempre più fruttuosa questa eredità nel corso degli anni.
Appassionato cultore della filosofia moderna e contemporanea, si dedica dopo la stesura del lavoro su Husserl a studi sulla dialettica che lo conducono alla composizione al già ricordato sulle antinomie kantiane che reca la data del 1964 ma che era stato consegnato alle stampe dopo il volume husserliano. Negli anni successivi si impegna in approfonditi studi di filosofia della cultura e della società, oltreché di filosofia della religione, e scrive su questi argomenti diversi saggi minori. Tra questi lo scritto La morte di Dio nella filosofia hegeliana della religione, apparso su "Il Pensiero" nel 1970. La maggiore testimonianza di questo impegno sostenuto sempre da prevalenti interessi teoretici sarà il libro Coscienza storica e problema dell'uomo (Armando Armando, Roma 1974). E' un lavoro che vede l'A. impegnato nei vivi e pressanti dibattiti ideologici caratteristici di questo periodo e che gli fa prospettare esiti ed aperture metafisiche possibili e praticabili anche nel nostro tempo. In questo perioro dopo uno studio accuratro di Heidegger, Bosio incontra il pensiero di Max Scheler, un grande pensatore ben poco studiato in quel periodo. Il suo libro L'idea dell'uomo e la filosofia nel pensiero di Max Scheler (ediz. ABETE, Roma 1976), riscuote ampi consensi per l'impegno a tutto campo con il quale viene investito lo studio del pensiero del grande filosofo tedesco sia nel suo sviluppo storico sia nelle sue implicazioni teoretiche. Poi nuovamente una parentesi "heideggeriana" con il breve volume La filosofia, Dio, l'uomo e il mondo nell'età della tecnica secondo il pensiero di M. Heidegger (ed. Levante, Bari 1977), in cui raccoglie con sistematicità le lezioni di un corso universitario nel periodo barese. Ritornerà su Heidegger poi nel 1992 con il lavoro M.Heidegger. Prospettive e itinerari (F.co Angeli, Milano 1992), con un esame criticamente più approfondito. Ma sarà sempre e soprattutto lo studio di Scheler a lasciare sulla sua formazione e su tutto il suo itinerario di ricerca l'impronta decisiva, ancor più forte di quella di Husserl. A Scheler dedicherà inoltre una breve antologia, Max Scheler.Pagine scelte dalle opere, (F.lli Zonno editori, Bari 1977), ripubblicata poi con leggeri ampliamenti con il titolo Pagine scelte dalle opere di Max Scheler (ediz. Ianua, Roma 1983). L'anno precedente era apparsa presso l'editrice "La Scuola" di Brescia una traduzione di tre importanti saggi di Scheler con "Introduzione" e note, Borghesia, socialismo e intuizione del mondo. Ritornerà a lavorare ancora sul grande filosofo tedesco con la traduzione del testo scheleriano corredata da introduzione e note Idealismus-Realismus ("Idealismo e Realismo", Il Tripode, Napoli 1955 e con il breve volume Invito al pensiero di Max Scheler , dello stesso anno, edito da Mursia, Milano. Prosegue i suoi impegni di studio su Max Scheler e nell'anno 2000 appare Filosofia e scienza della natura nel pensiero di Max Scheler (Il Poligrafo, Padova), in cui gli studi sull'etica, sulla persona umana e sulla metafisica del filosofo tedesco vengono estesi alle sue prospettive sulla filosofia della natura e sul pensiero scientifico, al momento non molto conosciute, ottenendo importanti risultati generalmente riconosciuti dalla comunità scientifica. Infine nel 2002 presso la rivista Magazzino di Filosofia diretta da A. Marini apparirà il suo lungo ed importante saggio Antropologia filosofica e metafisica della persona nel pensiero di Max Scheler. Per quanto riguarda la sua personale produzione teoretica non si può mancare di ricordare i suoi lavori Tramonto dell'ideologia ed etica della libertà (ediz. Ianua, Roma 1986), il successivo Trascendenza e mondanità della filosofia, Morano ed., Napoli 1989, unitamente a Tra metafisica ed antimetafisica:essere, linguaggio tempo e libertà, (ed. Abelardo, Tor San Lorenzo (Roma), 1995). Bosio si impegna in un ampio dibattito con varie correnti della filosofia contemporanea. Nel primo dei tre libri la problematica fondamentale è centrata sulla caduta delle grandi ideologie e sul possibile recupero di prospettive decisamente antistoricistiche a sfondo metafisico sulle idee di "persona" e di "libertà". Nel secondo si delinea l'orizzonte della totalità che la filosofia può abbracciare e circoscrivere, situandosi nella dimensione mediana fra un'immanenza mondana in cui non può risolversi fino all'esaurimento e l'orizzonte della trascendenza di un'"Alterità Totale" di cui si può soltanto parlare mediante figure allusive e simbolizzazioni; infine nell'ultimo dei tre lavori citati si riprende e si sviluppa la medesima problematica discussa nei nodi centrali dell'essere, del linguaggio, del tempo e della libertà. Gli esiti sono certamente problematici ma orientano con decisione la ricerca verso la riproposizione di un significato metafisico dell'essere nella sua totalità, in piena contrapposizione con le prospettive nichilistiche della cosiddetta "postmodernità" dissolutoria di ogni fondatività di pensiero. L'orientazione metafisica dell'A. tuttavia non si ricollega all'impianto categoriale aristotelico e scolastico, ma privilegia piuttosto l'ispirazione platonica e neoplatonica. Negli anni di intervallo tra un libro e l'altro l'A. ha sempre anticipato i suoi risultati in numerosi saggi minori, apparsi su varie riviste, anche estere, partecipando a Convegni e Seminari e tenendo relazioni alla Sorbona di Parigi, all' Università Libera di Bruxelles, e presso le Università tedesche di Colonia e di Jena, in qualità di membro della "Max Scheler Gesellschaft", oltreché all'Università di Salamanca in Spagna.
L'ultimo suo libro è Natura, mente e persona (Il Poligrafo, Padova 2006), nel quale l'A. prende motivatamente posizione contro le dilaganti mode riduzionisti che della mente e della coscienza a "macchine computazionali" e della "persona" a "cervello" e a "fisiologia cerebrale", ma rifiutando altresì le soluzioni non riduzioniste di stampo semplicemente linguistico-culturalistico. Il dibattito intrattenuto esamina con buona informazione le prospettive più recenti di stampo strettamente materialistico, ma tiene vivamente presenti anche gli esiti antiriduzionistici di altre più recenti e purtroppo sottovalutate concezioni e vedute propriamente scientifiche (es:, Maturana e Varela, von Weizsaecker e von Bertalanffy). Ne emerge chiaramente la necessità di una rielaborazione e di una riproposizione di una "filosofia della persona" capace di appropriarsi dei migliori risultati della tradizione del pensiero occidentale nella sua integralità. Anche la stesura del summenzionato lavoro è stata preparata e seguita dalla pubblicazione di saggi minori sull'argomento, apparsi su prestigiose riviste italiane oltreché in vari Festschriften, dai quali si evidenzia la fondamentale ispirazione fenomenologica dell'impostazione di ricerca.

ENTE DI RICERCA
riconosciuto dal MIUR
con data 01/09/2016
Re: #10309268
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